Un contest alla ricerca di un obiettivo fotografico dalla lente gentile ed emotiva, questa l’essenza di Scatta la Generosità, il contest promosso da Fondazione AIFR per celebrare il GivingTuesday. Una raccolta di scatti originali che evochino i valori di generosità e solidarietà per creare una vera e propria Galleria del Dono.

La narrazione per immagini della Galleria del Dono vuole valorizzare l’impegno e il lavoro quotidiano delle Organizzazioni non Profit mettendo sotto l’obiettivo della macchina fotografica volti, azioni e gesti di chi ha fatto del Dono la propria missione” – spiega Marco Cecchini, Presidente di Fondazione AIFR – “Un racconto visivo che coinvolge sia chi partecipa con la propria “fotografia generosa” sia chi vota, in un’azione condivisa per costruire una comunità più attenta agli altri, alla solidarietà e alla condivisione”.

Conosciamo ora attraverso questa intervista l’associazione più votata dal pubblico, vincitrice, con la foto Gocce di speranza, del primo premio di 3.000€: l’Associazione via Pacis Onlus.

Come nasce l’associazione via Pacis Onlus? Quale è il settore di intervento principale

L’Associazione Via Pacis (già Associazione Comunità Shalom) nasce a Riva del Garda (Trento) il 3 giugno 1979, Solennità di Pentecoste, da un provvidenziale incontro fra una giovane coppia di sposi, Eliana Aloisi e Paolo Maino, e un sacerdote dell’Arcidiocesi di Trento, don Domenico Pincelli. Attorno a questo primo nucleo, cominciano a riunirsi altre persone di età ed estrazione sociale diverse, unite dal medesimo desiderio di seguire Gesù nella Chiesa. Nel 1994 viene quindi costituita l’Associazione di solidarietà internazionale Via Pacis Onlus, espressione concreta della solidarietà, che ha come obiettivo fondamentale la vicinanza ai poveri del mondo di qualsiasi etnia, religione e provenienza. Attraverso molteplici tipologie di aiuto, in più di 30 anni, ha raggiunto tutti i continenti, collaborando con numerosi missionari e laici, realizzando progetti che hanno contribuito ad alleviare sofferenze, a ridare fiducia nel futuro, a portare speranza e pace in contesti di grave povertà e discriminazione. L’Associazione si propone di farsi prossimo per coloro che sono ancora esclusi dai più essenziali bisogni umani (cibo, abitazione, istruzione, salute, dignità, libertà) con il desiderio di diffondere un messaggio di pace e riconciliazione dei cuori, delle relazioni interpersonali, sociali, politiche, oltre che portare aiuto economico che si trasforma in formazione e collaborazione nella costruzione di un futuro migliore.

Quali sono i progetti che avete in corso al momento?

Negli anni, la realizzazione di progetti di solidarietà ha raggiunto quattro continenti, in 27 paesi diversi, impegnandosi a promuovere i diritti umani universali e diversi progetti in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Via Pacis porta alfabetizzazione, scolarizzazione a vari livelli e formazione tecnica; sanità e formazione all’igiene personale; aiuti in situazioni difficili per bisogni primari; accoglienza di orfani e situazioni di vita critiche; costruzioni per l’accesso all’acqua. Ogni azione è intrapresa dopo un’attenta valutazione, tenendo conto delle realtà locali, valorizzando e promuovendo le capacità di autosviluppo delle comunità coinvolte, in sinergia con il responsabile locale. Quest’ultima figura è fondamentale e indispensabile per il nostro modo di operare: è questo referente che segnala gli interventi necessari, ne cura l’esecuzione, ne prevede e consente la sostenibilità nel tempo

Perché avete scelto proprio quella fotografia per il contest? Cosa rappresenta per voi e cosa vorreste comunicasse agli altri?

“Gocce di speranza”: delle gocce d’acqua, linfa di vita, che scorre e porta gioia e possibilità di futuro, e occhi pieni di vita, di timore ma anche di tanta speranza per ciò che verrà, ciò che ora finalmente può essere un futuro dignitoso, grazie alla missione di suor Rita Panzarin e quanto Via Pacis ha portato a Sembé, nel cuore della foresta.
La foto scelta rappresenta quanto ogni piccola goccia di bene, che ognuno di noi può fare, si trasforma davvero in grande speranza: per un bimbo, per una famiglia, per un villaggio, per un popolo, per una nazione intera. Con questo scatto vorremmo comunicare tutte le storie che in questi anni abbiamo raccolto, ascoltato, ci hanno toccati nel profondo e ci hanno spinti a continuare a essere gocce di pace, di bene, di unità, di amore, di speranza e di solidarietà nel mondo.

Cosa ha significato per voi la partecipazione al contest Scatta la Generosità? Quali effetti ha avuto sulla vostra community e verso l’esterno?

Crediamo fortemente nell’importanza di sensibilizzare ai valori della pace, della solidarietà e dell’aiuto al prossimo. Per questo motivo, il GivingTuesday è stato una naturale conseguenza di quanto già cerchiamo di vivere ogni giorno dell’anno. Partecipare al contest Scatta la Generosità, però, ci ha permesso di fare un passo avanti nella sensibilizzazione: ci ha permesso di entrare in un “circolo virtuoso”, dove il bene è stato condiviso per fare altro bene, dove la community con fiducia e coraggio ha condiviso e trasmesso ciò in cui crede, permettendoci di raggiungere un numero elevato di contatti, di persone nuove, di amici di amici…diventando così una catena di bene.

Oltre al contest avete partecipato in altri modi alla Giornata Mondiale del Dono?

Il mese di novembre è stato per Via Pacis un tempo di forte sensibilizzazione, a partire dall’invito del Papa per la Giornata Mondiale dei Poveri. L’Associazione, quindi, si è impegnata a promuovere la solidarietà per tutto il mese, nelle diverse modalità che le appartengono: comunicazione sui social media, momenti di incontro, formazione e sensibilizzazione, serate di preghiera, worship nights in cui la musica diventa veicolo dei valori della pace e della solidarietà.

Come utilizzerete il contributo del contest?

Il contributo verrà interamente devoluto a sostegno dei progetti attivi presso Sembé: AS 379 – Acquisto medicinali per Centro Sanitario don Domenico Pincelli; AS 439 – Istruzione e cibo nella foresta equatoriale e AS 379bis – Bambini: il diritto di vivere.
Nel nord della Repubblica del Congo, nella zona di Sembé, cuore della foresta equatoriale, vivono i pigmei sempre più spinti nel profondo della foresta e emarginati dalla società. Qui le suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore insieme a Via Pacis hanno sviluppato diversi progetti per aiutare la popolazione nella sanità (costruendo il Centro Sanitario Don Domenico Pincelli, di alto livello, considerato fiore all’occhiello per la sanità dello stato) e nei bisogni primari, favorendo accoglienza e pacificazione tra Bantù (l’altra etnia predominante) e Pigmei.
Oltre all’impegno per fornire assistenza sanitaria a tutta la popolazione nel raggio di 300km (tra cui in particolare i tanti pigmei nella foresta), si è subito compreso che l’educazione è una priorità assoluta per sostenere lo sviluppo sociale della popolazione: Via Pacis ha quindi costruito tre scuole in muratura attorno al Centro Sanitario. Vengono accolti più di 500 bambini senza distinzione di etnia, ed è a oggi tra le uniche scuole in cui i pigmei della zona possono formarsi e sperimentare integrazione sociale.

Per maggiori informazioni sull’Associazione puoi consultare il sito internet www.viapacis.info/onlus
Puoi seguire Via Pacis Onlus su Facebook e su Instagram 

 

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